IL MALE del 15-11-78

L’oscenità dilaga: IL PERUGIA è PRIMO IN CLASSIFICA!

Lettera di Bartolomei al Procuratore

Egregio Prucuratore Generale a seguito le comunico quanto segue.

Avendo io posto le mani nella cartella di mia figlia per accertarmi che essa non si recasse a ascuola portando seco sostanze stupefacenti o simili orrori, ho rinvenuto una copia di un libro così laido, osceno e ributtante, nel contenuto e nel linguaggio, tale da turbare e indurre in rovina non solo le giovani menti cui è destinato (è infatti, schifo e vergogna per i responsabili, un testo scolastico), ma anche gli insegnanti più retti e probi, seppure ancora ne esistono.

Sotto il titolo “Antologia della poesia italiana moderna” si nasconde infatti la più sfrontata e volgare sfilata dei più squallidi e abietti prodotti delle menti marce e malate, dei più depravati e amorali pornografi del nostro paese, che ben vorrebbero mascherare la loro attività nefanda sotto il comodo paravento della poesia.

Si inizia con una poesia di un tale Carducci, che inizia testualmente “L’albero cui tendevi la pargoletta mano” in cui il “poeta” illustra evidentemente le pratiche degenerate che egli imponeva ai suoi allievi per ottenere la sufficienza in italiano.

E quale fosse l’indottrinamento ben si vede dall’opera di tale Pascoliche fu appunto suo allievo. Questi non rispettava nemmeno il padre morto, descrivendo laidamente, il rapporto dello scomparso con una focosa giovane di facili costumi (Cavallina Storna), rivelando con i versi “Lo so, lo so, che tu l’amavi forte / con lui c’eri tu sola alla sua morte”, come il genitore non abbia resistito al furore erotico della Cavallina e sia rimasto secoo nel talamo adulterino in modo certo scandaloso e indecoroso per un padre di famiglia.

Proseguendo si incontra un certo Foscolo autore di un ode chiamata ” A Zante” in cui egli descrive il suo sordido trasporto omosessuale per lo Zante in questione, certo un altro “poeta”.

Ma non finisce qui.

Più avanti ci si imbatte in tale Leopardi che titola una sua poesia “All’Infinito”, evidentemente figurando e sognando, un rapporto erotico in cui i suoi biechi istinti abbiano a saziarsi d’orgasmo giorni e giorni senza limite nè fine.

Potrei continuare, ma il disgusto mi sovrasta. Credo comunque che gli elementi da me addotti siano bastevoli, per questo chiedo il sequestro immediato in tutto il territorio italiano, dell’opera in questione nonché l’arresto dei suddetti Carducci Giosuè, Pascoli Giovanni, Foscolo Ugo, Leopardi Giacomo, nonché dell’editore, del curatore; nonché di scoprire dovi si trovi il covo di questa sordida attività, perché informatori informati mi hanno detto che tutti costoro scrivono in Metrica, e non ho trovato sulla carta d’Italia alcuna traccia di tale regione.

Con fiducia

Il suo Bartolomei

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